rispetto all’anno precedente in un contesto caratterizzato invece dalla riduzione del prezzo della materia prima e da dinamiche variabili legate ai costi dell’energia e ad altri fattori di produzione.
La riunione, convocata per il prossimo 10 maggio, sarà la prima tenuta dalla commissione, introdotta con il decreto trasparenza, convertito in legge lo scorso 10 marzo, e formata, tra gli altri, da rappresentanti delle amministrazioni coinvolte, dalle autorità competenti e dalle associazioni di categoria dei consumatori.
Poco prima della convocazione della Commissione, sul tema era intervenuto anche il ministro dell’Agricoltura,. Il ministro durante il question time al Senato ha spiegato che settimanalmente monitora le quotazioni del grano contro la speculazione che “è la prima cosa da contrastare”.
, membro della Commissione di allerta rapida e promotore della denuncia sul caro-pasta, sottolineando che, secondo il loro dossier, il prodotto ha subito dei rincari che però “non sembrano giustificati dalle quotazioni del grano”. “Ad esempio ad Ancona, città che vanta il prezzo più alto d’Italia, un chilo di pasta costava in media a marzo 2,44 euro, e solo in 12 province i listini di spaghetti, rigatoni, penne ecc. risultavano inferiori ai 2 euro al chilo”, dice ancora.
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