Se la prescrizione degli inibitori di pompa protonica è appropriata, i loro benefici superano i rischi, anche quando l'utilizzo è cronico. Ad assicurarlo è la Società italiana di gastroenterologia ed endoscopia digestiva , che fa così chiarezza nella discussione - avviata da tempo - sulla sicurezza dei farmaci anti reflusso e bruciore gastrointestinale più comuni e tra i più utilizzati al mondo.
Tuttavia, studi recenti hanno sollevato preoccupazioni e dubbi riguardo alla sicurezza di una terapia a lungo termine. Diverse ricerche osservazionali hanno infatti suggerito un'associazione tra inibitori di pompa protonica e il rischio di polmonite, l’osteoporosi, le infezioni intestinali, eventi cerebrovascolari, l’insufficienza renale cronica, e la demenza.
Da questo studio, durato tre anni, si evince come gli inibitori della pompa protonica non siano associati ad alcun danno a lungo termine. Rimane il dubbio su alcune forme di infezioni intestinali , ma questa affermazione, sottolineano gli esperti, richiede maggiori conferme prima di essere considerata definitiva.
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