«Cosa mi preoccupa di più la mattina quando apro il nostro ufficio? Rispondere alla disperazione delle gente. Accoglierli, farli sentire aiutate, fare in modo che la loro rabbia venga compresa. È difficile spiegare a chi ti dice che lavorando in due dieci ore al giorno e non sanno cosa dire ai figli perché non ce la fanno ad arrivare a fine mese. Si settembre sarà un mese molto difficile anche per noi».
Briziarelli ha parlato durante il confronto sul tema “Le sfide del welfare oggi per la comunità di domani” organizzato dall’assessore ai Servizi Sociali, Edi Cicchi. Quella rabbia e disperazione di cui ha detto il direttore delle Caritas ha una strutturazione chiara perché anche per chi aiuta gli altri l’orizzonte si restringe. Ancora Briziarelli: «Le richieste di aiuto crescono, le risorse diminuiscono». Per esempio preoccupa, il fatto che anche i mecenati e i benefattori, che sono anche le famiglie della media borghesia perugina, possono finire in affanno. «Non so fino a quando- ha detto Briziarelli- riusciremo ad aiutare tutti.
Al confronto sul welfare hanno partecipato, tra gli altri Francesca Duranti, Paolo Moroni , il medico Tiziano Scarponi, Paolo Rellini di Regusto, Lorenzo Mariano direttore di Confcooperative e le conclusioni sono state tirate dalla sociologa dell’università di Perugia, Rosita Garzi.
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