'P.S. Burn this letter please', un documentario racconta le drag queen americane negli anni Cinquanta

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Presentato con successo al Tribeca Film Festival, è disponibile su Discovery+ il film che ripercorre la storia degli artisti en travesti tramite alcune …

, c’è una scatola rimasta in un deposito di Los Angeles per più di sessant’anni. Il box conteneva centinaia di lettere scritte durante il periodo delle persecuzioni del "Lavender scare" e indirizzate a un unico destinatario, un ragazzo di nome Reno Martin. Quando Reno lascia la città per lavorare in radio, i suoi amici gli scrivono per restare in contatto. Diventerà il loro confidente.

“I testi sembrano pezzi di teatro e cabaret, per metrica, ritmo, linguaggio” ci dicono gli autori, dopo un tour iniziato al Tribeca Film Festival. “Anche se quel 'P.S. Brucia questa lettera per favore' lascia presagire un tono di segretezza, le lettere ritrovate sono molto divertenti da leggere perché sulla discriminazione prevale spesso il senso di gioia e libertà. Sono lettere di drag queen!”.

, ben prima che i moti del giugno del '69 a New York diedero il via al movimento per i diritti degli omosessuali.“Oggi mi sento particolarmente attraente” scrive Michael “Daphne” Alogna in un pop-up visivo di una delle lettere nel doc. “Le persone sull’autobus cadevano ai miei piedi come mosche. È fantastico che il modo in cui cammino non dia fastidio. Indosso una delle mie camicie a righe. Sembra una blusa allasenza tette”.

Il mito di Josephine Baker fa da fil rouge nelle loro vite, tra appendiabiti e vestiti lamé, oro e argento, “rigorosamente sgraffignati”, e locali illeciti. Spiega Esther Newton, autrice del libro-inno alle drag: “C’è una pratica detta tassa gay e consiste nel pagare di più qualcosa che è molto richiesto.

Mentre a Harlem bianchi e neri sudavano e ballavano fusi insieme, alla prima parata del Gay Pride, nella città di New York, la cultura drag trovava il suo primo no. Per gli organizzatori della marcia era importante trasmettere un’immagine “gender-conforming” degli uomini gay. Via costumi, trucchi e parrucche. Ma è sufficiente recuperare la serie di fotografie scattate da Linda Simpson, dal 1987 al 1996, per consegnare alle drag il meritato scettro del tempo.

 

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