Davanti al pubblico ministero di Venezia Andrea Petroni, Filippo Turetta ricostruisce le ore precedenti il femminicidio di Giulia Cecchettin: la serata trascorsa a fare shopping, la cena in un centro commerciale a Marghera, quindi il viaggio di ritorno con l'auto che si ferma in un parcheggio a 150 metri dalla casa di Giulia. «Volevo darle un regalo, una scimmietta mostriciattolo. Lei si è rifiutata di prenderlo. Abbiamo iniziato a discutere.
L'ho rincorsa, l'ho afferrata per un braccio tenendo il coltello nella destra. Lei urlava “aiuto” ed è caduta. Mi sono abbassato su di lei, le ho dato un colpo sul braccio, mi pare di ricordare che il coltello si sia rotto subito dopo. Allora l'ho presa per le spalle mentre era per terra. Lei resisteva. Ha sbattuto la testa. L'ho caricata sul sedile posteriore».
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