Detenuta del famigerato carcere di Evin, a Teheran, è un simbolo della lotta per i diritti umani e delle donne in IranNarges Mohammadi, vincitrice del premio Nobel per la pace 2023, è uno dei simboli della lotta per i diritti umani e delle donne in Iran
Mohammadi è stata arrestata 13 volte e condannata cinque per essere la voce di chi voce non ne ha mai avuta, per la sua incessante campagna contro la pena di morte, la tortura e l'isolamento in carcere, pratica quest'ultima oggetto della sua ultima battaglia. L'anno scorso ha pubblicato il libro 'White Torture' in cui racconta gli oltre due mesi in isolamento nella sezione 209 di Evin.
Attualmente sta scontando una pena a 10 anni e 9 mesi per atti contro la sicurezza nazionale e propaganda contro lo Stato. È stata anche condannata a 154 frustate, una punizione che secondo i gruppi per i diritti umani non le sarebbe ancora stata inflitta. In una registrazione audio dall'interno di Evin, condivisa con la Cnn, si sente Mohammadi scandire"donna, vita, libertà" - lo slogan della rivolta scatenata l'anno scorso dalla morte di Mahsa. Poi la registrazione viene interrotta da un breve messaggio automatico -"Questa è una telefonata dalla prigione di Evin" - mentre si sentono le donne cantare la versione in farsi di Bella Ciao.
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