«La violenza e la rozzezza con cui il governo ha fatto fuori la dirigenza del Centro Sperimentale di Cinematografia. Del resto, questa è la destra italiana, questo il suo ceto politico e giornalistico». L’affondo, su Instagram, è firmato dal regista Nanni Moretti, che rompe il silenzio sul caso delle nomine politiche per il Comitato scientifico del Centro fondato nel 1935.
Dopo un rinvio e l’illusione di un ripensamento, quattro giorni fa la doccia freddissima: l’approvazione dell’emendamento al decreto Pubblica amministrazione che impone appunto nomine politiche per il Comitato scientifico del Centro. Il presidente e tre dei membri verranno scelti dal ministero della Cultura, un componente a testa spetterà, rispettivamente, al ministero dell’Istruzione, dell’Economia e a quello dell’Università.
Contro l’egemonia dl governo sul Centro romano era intervenuta anche la segretaria del Pd, Elly Schlein. «Siamo al fianco delle studentesse e degli studenti che ringraziamo per questa battaglia fatta per le prossime generazioni che hanno diritto a luoghi di cultura liberi e indipendenti. Non solo vediamo sete di potere e di posti, ma si aggiunge un disegno che è quello del controllo sui luoghi di immagini e immaginari che noi non possiamo accettare.
Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano dopo la notizia aveva dribblato i giornalisti sulle nomine, oltre ad aver ignorato gli studenti dell’istituto che avevano promosso il sit-in di protesta.
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