Oltre dieci anni di “servizio” nella banda della Polizia di Stato, 150 concerti in cui ha preso posto dietro la sua arpa per suonare per capi di Stato, politici e altre figure istituzionali a eventi nazionali e internazionali. Solo che Ornella Bartolozzi, arpista diplomata al conservatorio Santa Cecilia di Roma, non fa parte del corpo di Polizia e non è mai riuscita a partecipare ad alcun concorso necessario per vedersi riconoscere questa appartenenza.
Bartolozzi, oggi 50 anni, ha suonato per la banda della Polizia dal 2003 al 2017, e a quasi cinque anni dall’ultima esibizione ha deciso di rivolgersi al Tribunale del Lavoro per chiedere che quei 14 anni vengano riconosciuti anche a livello economico. Al Ministero dell’Interno domanda un milione e 198mila euro, una somma quantificata sulla base delle differenze retributive, usate per calcolare l'indennità ai sensi dell'art.36 della Costituzione.
“La banda della Polizia di Stato è pubblica, vi si accede per concorso - spiega Aurelio Salata, l’avvocato che rappresenta Bartolozzi insieme con la collega Vanessa Ivone - Bartolozzi ha lavorato in modo continuativo nel corso degli anni aspettandosi di essere stabilizzata, ma non è mai accaduto.
Una prima udienza del processo si è già tenuta davanti al giudice del Tribunale del Lavoro, con un primo tentativo di conciliazione da parte del giudice, che ha proposto 25.000 euro a titolo transattivo: “Una cifra che non si avvicina minimamente a quanto chiesto”, sottolinea l’avvocato Salata. L’Avvocatura di Stato dal canto suo richiama la prescrizione, che sempre secondo Salata non è però applicabile visto che si parla di un indennizzo ex art. 36 della Costituzione.
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