Dalla contestazione giovanile ai progetti per il Ponte di Messina. Dalla pittura d’avanguardia e gli studi con Piero Martina e Carlo Mollino, agli incarichi nel Pci «migliorista», la corrente che pensava si potesse migliorare il capitalismo «da dentro». E poi, naturalmente,, i tentativi di dialogo con il movimento No Tav, le minacce e la scorta per un decennio.
era nato da una famiglia operaia di Rivoli, papà impiegato alla Nebbiolo e mamma nell’industria dolciaria, eppure ha sempre avuto in mente il disegno di, a volte ciclopiche, spesso impossibili, alcune incompiute altre da compiersi. Da ragazzo avrebbe voluto diventare un pittore, affascinato dalle correnti d’avanguardia, frequenta gli studi di Piero Martina e di Antonio Carena, si iscrive persino a corsi di recitazione con Ferruccio Casacci, padre di Max, chitarrista dei Subsonica.
, sforna progetti logistici uno dopo l’altro: gli interporti di Gioia Tauro, quello di Trapani e Civitavecchia. Nel 2006 arriva la chiamata di Gianni Letta che lo individua come possibile mediatore nel progetto della Torino-Lione, sprofondato in una contestazione che rischiava di finire in guerriglia. Mario Virano diventa presidente dell’Osservatorio sulla Torino-Lione e poi Commissario di governo per la Tav.. Il primo riservatissimo, l’altro esuberante.
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