ITALIA2019/11/15 19:05 Caltanissetta Confermata la sentenza di primo grado dell'aprile 2017. I familiari di Borsellino:"Confermato il più grave depistaggio della storia giudiziaria italiana".
Il verdetto è arrivato dopo circa sette ore di camera di consiglio. Confermata, dunque, la sentenza di primo grado dell'aprile 2017, come chiesto dalla procura generale guidata da Lia Sava. Il depistaggio sulla strage di via D'Amelio quindi ci fu. La conferma è arrivata dalla sentenza di secondo grado di Caltanissetta. Alla lettura del dispositivo di sentenza era presente l'intera Procura generale di Caltanissetta, guidata da Lia Sava. Presenti i sostituti Antonino Patti, Fabiola Furnari, Carlo Lenzi e Lucia Brescia. Durante la requisitoria fiume i rappresentanti dell'accusa avevano chiesto la conferma delle condanne per gli imputati.
Lia Sava durante l'avvio della requisitoria aveva sottolineato che la"ricerca della verità" sulle stragi mafiose del 1992"non si è mai fermata", nonostante siano trascorsi 27 anni. Perché gli italiani,"anche quelli nati dopo il 1992" hanno"tutto il diritto di avere risposte su quanto accadde quella domenica", del 19 luglio 1992 in cui furono uccisi il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta.
E"lo sviluppo delle indagini sta via via delineando altre strade che, se doverosamente riscontrate, possono far individuare altri soggetti", anche esterni a Cosa nostra. Per la Pg dopo la strage di via D'Amelio prese"iniziò un percorso di ricostruzione delle responsabilità di tutti coloro che ne furono autori, percorso faticosissimo, incidentato, a volte contraddittorio, che ancora non è terminato".
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