«Vogliamo rafforzare il reddito di cittadinanza in ogni regione conquistata». Subito dopo la vittoria della grillina Alessandra Todde in Sardegna, Giuseppe Conte aveva rilanciato il cavallo di battaglia del Movimento. L’idea era appunto quella di introdurre il sussidio nelle regioni dove governa la sinistra. Dopo l’abolizione decisa dall’esecutivo Meloni, e la sua sostituzione con due strumenti , il reddito è infatti tornato d’attualità.
«Mentre il governo volta le spalle a chi è più in difficoltà, noi proponiamo una misura di welfare regionale che mira a colmare gli enormi disagi provocati dall’abolizione del reddito di cittadinanza, da noi istituito, senza aver fatto nulla in termini di reinserimento sociale e lavorativo per chi è in difficoltà economica ed occupazionale» ha dichiarato la deputata nonché coordinatrice napoletana del M5s, Gilda Sportiello.
Poi, certo, una parte dei vecchi beneficiari ha diritto a ottenere l’assegno di inclusione e quindi il costo complessivo per le casse regionali sarebbe più basso. Secondo l’Inps, a gennaio scorso in Campania il sussidio è stato erogato a 83.355 famiglie, più o meno la metà di chi percepiva il reddito. Insomma, a spanne la Regione guidata da De Luca dovrebbe sobbarcarsi una spesa di 50 milioni di euro al mese, 600 milioni in un anno.
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