di via Palestro, a Milano, è di nuovo aperto al pubblico, dopo uno stop lungo quasi quattro mesi. Ci sono almenoLuisa Lambri, Untitled 2005 C-Print, 86 x 96 cm Courtesy Galleria Raffaella Cortese, Milano e Thomas Dane Gallery © Barragan Foundation, Switzerland, owner of the copyright on the work of Luis Barragan Morfin.
Il consiglio è di prendersi del tempo: le fotografie di Luisa Lambri non sono appariscenti né immediate. Entrati al PAC troverte, poi si prosegue, di serie in serie, in bianco e nero e molteplici sfumature di grigio. «Non uso la fotografia per documentare l’architettura, ma per creare immagini», ci ha detto l’artista.
Luisa Lambri, Untitled 2003 C-Print, 84 x 68 cm. Courtesy Galleria Raffaella Cortese, Milano e Thomas Dane Gallery E qui veniamo al secondo motivo per cui vale la pena entrare al PAC in queste settimane: questa mostra permette, per una volta, di concentrarsi anche sul “contenitore”. Luisa Lambri si è infatti messa al servizio dell’edificio progettato nel 1947 dae ce lo fa grazie a una serie di rimandi tra le simmetrie delle sue foto e quelle delle sale. Si ha così la piacevole sensazione di trovare le cose al posto giusto.
La “passeggiata” nel parterre che chiude il percorso vale, da sola, la mostra: qui troviamo, esposti su cavalletti trasparenti ideati da
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