«In tanti parlano di cose che non conoscono direttamente, per questo deve arrivare alta la voce dei centri antiviolenza perché è la voce di chi quotidianamente incontra le donne».
, parole che sono una dichiarazione di intenti, un monito, uno sprone: «Le donne che subiscono violenza possono riprendere in mano la propria vita». . Il posto giusto sono i centri antiviolenza. Ci si salva nel momento in cui si ha la possibilità di confrontarsi con altre donne e di capire che non è un problema individuale quello che si sta vivendo, ma è una questione collettiva perché la violenza maschile sulle donne è nella legittimazione culturale generalizzata».
. Le donne non potevano uscire, ma riuscivano a comunicare con mail, app, messaggi. C’è chi è uscita sul balcone chiedendo aiuto ai vicini. Le motivazioni dietro la violenza sono sempre le stesse: gelosia, come se il corpo della donna fosse proprietà dell’uomo, e la mancanza nella capacità nei compiti di cura, come se l’impegno della donna dovesse essere solo quello della gestione di casa e famiglia e per questo dovesse essere giudicata.
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