Il dibattito televisivo recente sull’invasione russa in Ucraina ha fatto emergere ancora una volta la scarsa abitudine del giornalismo italiano a preparare e realizzare interviste con contraddittorio: interviste cioè in cui l’intervistatore non si accontenta delle frasi di circostanza dell’intervistato, non sorvola su dichiarazioni false e approssimative e non permette all’interlocutore di sviare il discorso per non rispondere a una domanda puntuale; ma lo incalza, mettendone in evidenza...
: «Quando mi trovavo a intervistare un personaggio di un paese straniero, chiedevo che il nostro corrispondente dal quel paese fosse collegato alla regia, e con me direttamente nell’auricolare, per usare la sua conoscenza profonda. Nelle redazioni italiane televisive il focus è sempre stato sulla politica interna; è possibile che le competenze per conoscere a fondo i temi internazionali e contraddire un ospite straniero non ci siano sempre».
Il lungo confronto fra il giornalista e l’ex-presidente durò quattro settimane, con 29 ore di “girato” ridotte a sei in montaggio. E nonostante un’iniziale difesa a oltranza del proprio operato, Nixon, incalzato da Frost, finì con l’ammettere le proprie colpe. Il genere dell’intervista con contraddittorio, comunque, non appartiene solo alla storia della televisione del passato e ha esempi recenti e contemporanei, anche se poco frequenti nei programmi italiani.
Daria Bignardi, curatrice e conduttrice per molti anni di format televisivi basati su interviste , ha spiegato il lavoro preparatorio che il conduttore o la conduttrice deve fare prima dell’intervista: «Prima di tutto bisogne saperne il più possibile di quell’ospite, di quello che ha fatto, detto, scritto. È un po’ come preparare un esame universitario, o almeno un compito in classe. Io mi scrivevo le domande, una trentina, o anche di più.
Puigdemont ribatté che quella della maggioranza semplice era l’unica via possibile, visto che il governo spagnolo non era disposto a dare la possibilità alla Catalogna di tenere un referendum legale sull’indipendenza. Evolé rimase ancora sul punto, sostenendo che non era vero che fosse l’unica via: «Si potevano convocare elezioni straordinarie, e se davvero il popolo catalano avesse voluto seguire questa strada, vi avrebbe dato una maggioranza più ampia».
Ho letto l'articolo e non ho trovato citata Lucia Annunziata che, a mio parere, incalza non poco i suoi ospiti ma forse sbaglio...
Anche la serie TV The Newsroom di Aaron Sorkin (su un immaginario canale news statunitense) aiuta moltissimo a vedere qual è la preparazione dietro alle interviste con contraddittorio.
Un'intervista non prevede contraddittorio,lo prevede un dibattito,cosa diversa. E chi fa giornalismo,anche se di merda,dovrebbe conoscere la differenza.
Un’intervista alla settimana, qualche giorno prima gli abbonati possono proporre qualche domanda.
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