C'era una volta la primavera. Con la lunga scia delle allergie stagionali, riattivate dalla diffusione incontrollata dei pollini. Ma qualcosa è cambiato. Molto è cambiato. E chi ne soffre deve averlo già compreso. Ela scienza conferma: un'analisi sul monitoraggio dei pollini negli Stati Uniti nell'ultimo trentennio attraverso i dati provenienti da 60 stazioni di rilevamento ha, per esempio, certificato come la sintomatologia si sia anticipata, in media, di 20 giorni.
- annuisce Enrico Heffler, responsabile del Centro di Medicina Personalizzata Asma e Allergologia di Humanitas e docente della Humanitas University - L'effetto più intuitivo è legato al riscaldamento globale: l'aumento delle temperature medie e la maggiore durata delle stagioni calde, si traduce - come attesta un numero sempre maggiore di studi in letteratura scientifica - in una dilatazione temporale dei periodi di impollinazione di alcune piante e, contestualmente, in un...
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