La vera sfida di Renzi è fare il capo del centrodestra

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A chi scrivere il proprio punto di vista sulle cose? A chi affidare l’ indignazione e la speranza? Vi proponiamo di dirlo a Corriere

Renzi se ne va. La modalità della separazione e il sostegno comunque promesso da Renzi a Conte sono elementi positivi, di un chiarimento ormai ineludibile. Che pesa nel breve periodo, ma che potrebbe pagare nel futuro, soprattutto se il Pd riuscirà a riunirsi con Leu.Ho sempre avuto stima per Renzi. Ma la sua uscita dal Pd mi sembra fuori luogo. Per contrastare populismo e sovranismo, oggi è tempo di «Rassemblements» e non di battaglie da «Cavalier seul».

Il suo modello è Emmanuel Macron: non a caso gli europarlamentari di Renzi sono destinati a lasciare il gruppo socialista e democratico per confluire in quello guidato dal presidente francese. Renzi non vuole affatto fondare un altro partitino di sinistra.

Nei prossimi mesi Renzi avrà in pugno le chiavi del governo, e potrà farlo cadere quando vorrà. Con due incognite però. La prima è il sistema elettorale: un simile schema ha bisogno del proporzionale; in caso contrario il nuovo partito dovrà cercare alleanze, con il Pd o persino con una Lega post-salviniana. La seconda è il peso elettorale. Renzi a sinistra è sempre stato considerato un intruso. Ma a destra ha soprattutto un consenso non votante.

 

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TRa i due cazzari non so quale sia il meno peggio.Sarà una grande sfida all'ultima minkiata

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