La tassa sugli extraprofitti delle banche italiane "non avrebbe un impatto significativo sul credito", ossia su mutui e prestiti erogati a famiglie e imprese. Lo scrive l'agenzia di rating Dbrs Morningstar, nella sua analisi sulla proposta di legge annunciata dal vicepremier Matteo Salvini.
Sulla misura mancano ancora i dettagli, ma secondo le prime stime e seguendo le precisazioni del ministero dell'Economia, il prelievo dovrebbe essere una tantum, ossia riguardare i profitti tra il 2022 e il 2023, e portare nelle casse dello Stato qualcosa come 3 miliardi di euro. Soldi che il governo vuole destinare a un fondo per aiutare i cittadini colpiti dal rialzo dei tassi di interesse della Bce.
La logica del provvedimento del governo è che proprio grazie a questo rialzo dei tassi, le banche hanno realizzato giganteschi utili. L'analisi di Dbrs Monitoring conferma che gli istituti italiani sono ben messi, e che stando alle proiezioni sul 2023, gli eventuali introiti dello Stato potrebbero essere ancora più alti dei 3 miliardi di cui si parla in questi giorni.
Eventualità che l'agenzia di rating non vede nell'immediato: "La nostra opinione è che una tassa una tantum non avrebbe un impatto significativo sul credito delle banche, considerati i significativi miglioramenti della redditività realizzati dalle banche a livello di sistema negli ultimi trimestri, ed è improbabile che ostacoli sostanzialmente l'attività di prestito", ha affermato Andrea Costanzo, di Dbras Morningstar.
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