La 'politicizzazione' degli influencer russi - Il Post

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Per chi ha visto i video delle influencer russe che distruggono le loro borse Chanel e vuole capire cosa sta succedendo intorno

, un blogger russo che fino a prima che iniziasse la guerra usava i suoi canali soprattutto per trattare temi culturali di vario tipo. Con l’inizio della guerra, Mustreader aveva però iniziato a criticare il governo per le sue azioni in Ucraina. A un certo punto aveva deciso di andarsene, per il timore di incorrere nelle sanzioni del governo, e si era rifugiato a Istanbul, in Turchia, dove ha iniziato a produrre contenuti in inglese anche su TikTok, raggiungendo presto i 100mila follower.

Molti altri influencer, blogger e creatori di contenuti hanno scelto però di restare in Russia e di trasferirsi sulle piattaforme approvate dal governo russo. Le più usate sono VKontakte , che è praticamente la versione russa di Facebook, RuTube, quella di Youtube, o Yandex Zen, una specie di aggregatore di notizie simile a Flipboard che, diversamente da Flipboard, consente anche di postare contenuti. Molti continuano anche a usare Telegram, che il governo russo non ha ancora bloccato. Da poco esiste inoltre Rossgram, una specie di copia russa di Instagram.

Una delle conseguenze di questo processo è che diversi influencer russi si sono progressivamente “politicizzati” allineandosi con la propaganda del governo. Alcunehanno inoltre mostrato come molti di loro siano stati pagati per sostenere la versione russa dei fatti sulla guerra in Ucraina. La diffusione di messaggi filogovernativi da parte degli influencer russi, comunque, sembra continuare anche sui canali tradizionali: in questi giorni diversi giornali hanno ripreso la serie di video in cui alcune note influencer che facevano a pezzi in diretta alcunesul proprio canale Instagram, probabilmente aggirando il blocco del social con l’uso di una rete privata , per protestare contro la sospensione delle vendite di prodotti Chanel in Russia.

 

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