La mela annurca cura la nostalgia - La Stampa

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L’io narrante del Treno dei Bambini di Viola Ardone è Amerigo. Le recensioni 📖 di Tuttolibri .

di Viola Ardone è Amerigo. Un bambino che galleggia in una concretissima Napoli nel 1946 e piomba «Alta Italia» che è vissuta come un altro Stato: un bambino che «è spezzato in due». Persino i nomi propri delle persone che Amerigo incontra sottolineano mondi diversi: il Capa ‘e fierro, la Pachiochia, la Zandragliona, Turzo ‘e penniello da un lato d’Italia e poi Derna, Alcide, Rivo, Luzio e Nario dall’altro lato. Nomi che sono cose, atteggiamenti, sospiri.

E un violino per chi è nato musicista: «Quando mai! Io ascolto i pezzi di musica e li ricostruisco nella mia testa». E la «tristezza nella pancia» che viene forte oppure diventa un po’ più leggera, ma che ci accompagna, ci entra dentro. La forma sembra quella di una Ballata: una musica composta da tre parti, secondo schemi formali arcaici che ci aiutano a seguire i discorsi, a ricomporli, a farli nostri.

 

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