Mio padre faceva sempre sventolare una bandiera degli Stati Uniti nel nostro giardino. La vernice azzurra della casa a due piani era perennemente scrostata; la staccionata, la ringhiera delle scale e la porta d’ingresso erano vecchie e rovinate, ma quella bandiera era sempre perfetta. Vivevamo in una casa isolata lungo il fiume, che nella nostra cittadina dell’Iowa divideva la zona dove vivevano i neri da quella dei bianchi.
Come molti giovani, pensavo di capire tutto, mentre in realtà capivo molto poco. Quando alzava la bandiera mio padre sapeva esattamente quello che faceva. Sapeva che il contributo del nostro popolo alla costruzione del paese più ricco e più potente del mondo era indelebile, che gli Stati Uniti senza di noi semplicemente non sarebbero esistiti.
Eppure, anche se gli venivano negate libertà e giustizia, i neri avevano una fede cieca nel credo americano. Resistendo e protestando abbiamo aiutato il paese a essere all’altezza degli ideali su cui era stato fondato. E non lo abbiamo fatto solo per noi: le lotte per i diritti dei neri hanno aperto la strada alle lotte per altri diritti, compresi quelli delle donne, degli omosessuali, degli immigrati e dei disabili.
Nella versione finale della dichiarazione d’indipendenza non si fanno cenni alla schiavitù. E undici anni dopo, quando arrivò il momento di scrivere la costituzione, i suoi autori elaborarono con cura un documento che preservava e difendeva la schiavitù senza neanche nominarla. “Perché i neri dovrebbero lasciare questo paese? Questa è forse la prima questione su cui ragionare”, disse Lincoln. “Perché voi e noi apparteniamo a razze diverse. La vostra razza ha molto sofferto vivendo tra noi, mentre la nostra soffre per la vostra presenza. In poche parole, tutti soffriamo”.
Questi deputati neri si unirono ai repubblicani bianchi, alcuni dei quali venivano dal nord, per scrivere le costituzioni statali più ugualitarie che il sud avesse mai avuto. Contribuirono all’approvazione di norme fiscali più eque e di leggi che proibivano qualsiasi discriminazione sui trasporti pubblici e nel mercato immobiliare. La loro maggiore conquista fu la creazione della più democratica delle istituzioni statunitensi: la scuola pubblica.
Durante il breve periodo della ricostruzione la maggioranza del congresso sembrò abbracciare l’idea che dalle ceneri della guerra civile potesse nascere la democrazia multirazziale che gli americani neri avevano immaginato.Il razzismo nei confronti dei neri scorre nel dna di questo paese, come la convinzione, ben espressa da Lincoln nell’ottocento, che i neri costituiscano un ostacolo all’unità nazionale.
Ma l’America questo lo ha dimenticato
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