Non si ferma la lunga corsa dell’euro. Contro il dollaro si è rafforzato ancora, superando l’informale soglia di allarme della Banca centrale europea di 1.20. La debolezza del biglietto verde per ora ha avuto impatti limitati sull’eurozona, ma il rischio è che un prolungamento di questa situazione possa avere ripercussioni su imprese e, soprattutto, famiglie. Le quali potrebbero osservare un’innalzamento dei prezzi di alcuni prodotti, come i carburanti.
La prossima riunione della Bce vedrà in agenda, oltre all’aumento e al prolungamento degli stimoli monetari per contrastare le conseguenze della pandemia di Covid-19, anche un altro aspetto. Vale a dire, la forza dell’euro, ai massimi dal 2018 nel cross contro la divisa statunitense. Già a inizio settembre, alla vigilia del meeting del 10, Katharina Utermoehl, economista di Allianz, aveva spiegato quali sarebbero state le soglie critiche. “Il cambio euro/dollaro a 1.
Una lunga premessa per capire quale è il quadro odierno, e come potrebbe influenzare la ripresa che dovrebbe prendere forma nel 2021, quando i vaccini contro il Sars-Cov-2 saranno sui mercati. La prima conseguenza è diretta alle imprese esportatrici negli Usa. Le quali saranno penalizzate dal tasso di cambio. E questo si ripercuoterà sugli ordinativi, e quindi sui volumi di produzione. E quindi, sui lavoratori.
Il secondo effetto del super-euro si potrebbe avere sul mercato dell’energia. Sebbene l’Europa sia sempre più prona all’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili, la percentuale di combustibili fossili importati è ancora elevato. Il petrolio del Mare del Nord, il Brent, non può sostituire in toto la domanda di carburanti, e serve anche un supporto del Western Texas intermediate , quello statunitense.
Infine, il terzo motivo di preoccupazione per la Bce. La tenacia della moneta unica europea potrebbe incrementare durante il processo di digitalizzazione dell’euro, prevista per il prossimo anno. Se è vero che lo scopo di Francoforte è il potenziamento del ruolo internazionale dell’euro, è altrettanto vero che uno scenario di cross euro/dollaro oltre 1.20 per un periodo prolungato non è un’opzione sostenibile.
semmai è il contrario, ma cosa dice?
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