Aveva fatto agitare banche, costruttori e anche Forza Italia, perché sembrava volesse estendere a 10 anni la durata di tutti i crediti in circolazione: lo farà invece solo per quelli maturati dal 2024 in poi
Per capire l’importanza e l’entità della questione bisogna ripercorrere brevemente il funzionamento del bonus. Il Superbonus dà diritto a uno sconto sulle imposte che lo Stato garantisce per rimborsare le spese delle ristrutturazioni edilizie che migliorano l’efficienza energetica degli immobili. In origine il Superbonus poteva essere riscosso in tre diversi modi.
L’ultima opzione consentiva ai proprietari degli immobili di trasferire la detrazione fiscale a banche, enti o professionisti. In cambio della cessione del credito, c’era la possibilità di avere subito i soldi per iniziare i lavori oppure per accedere a un mutuo o a un finanziamento: insomma, chi voleva fare dei lavori di efficientamento energetico della somma ipotetica di 10mila euro, poteva pagare l’impresa con un credito d’imposta di 11mila euro.
Alla fine l’emendamento presentato venerdì prevede che la durata delle detrazioni sia estesa a 10 anni solo per i lavori del 2024 e del 2025, per i quali il credito di imposta è pari al 70 per cento: significa cioè che se si fanno lavori per 10mila euro, se ne potranno ricevere indietro 7.000 sotto forma di credito di imposta, ossia nei prossimi 10 anni sarà possibile pagare 700 euro di tasse in meno rispetto a quelle altrimenti dovute, grazie alla detrazione.
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