Kobi Michael, docente di sicurezza nazionale, all'Adnkronos:"Ora non chiedeteci di essere teneri con l'Iran. Anche l'Arabia Saudita dovrà unirsi a noi per garantire stabilità nella regione"“Più di 330 droni, missili e razzi non sono solo un casus belli, sono una dichiarazione di guerra.
“Oggi succede lo stesso: abbiamo assistito al collasso totale della deterrenza americana nella regione mediorientale, con un attacco mai visto per dimensione e coordinazione tra tutti i proxy iraniani, ma ci viene chiesto un atteggiamento pacificatore. Se reagiamo con durezza, come dovremmo, il mondo occidentale si schiererà contro di noi e a Teheran si faranno grasse risate. Addirittura, ieri minacciavano gli alleati di Israele intimando loro di non reagire all’attacco.
“A poche ore da questo evento storico, la richiesta della comunità internazionale a Israele è di limitarsi a intercettare e abbattere droni e missili, anche con il supporto aereo di Stati Uniti, Regno Unito, persino Giordania, e di non reagire. Invece dovremmo creare immediatamente una nuova architettura regionale con due obiettivi: affrontare in modo efficace la questione palestinese e contrastare l’asse iraniano”.
Quando si chiede all’esperto di sicurezza nazionale quale sarebbe la mossa più giusta per Israele, la risposta è netta: “Colpire l’Iran nel suo territorio, magari proprio nelle infrastrutture usate per la costruzione dei droni che vengono usati per uccidere gli ucraini e dagli Houthi per attaccare navi civili nel Mar Rosso.
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