Giornalista, scrittore, autore. Quattro libri, tanti viaggi. Tutti di Calcio. Su Twitter è @pizzigo. Su Twitch con @lafieradelcalcioC’è stata l’era dei Pelé, dei Beckenbauer, dei Chinaglia. Quello del post Mondiale ‘94, con l’impegno in prima persona di Henry Kissinger, influentissimo segretario di stato dell’era Nixon, bavarese americanizzato con la passione del calcio e delle relazioni internazionali.
Si dimentica però che al principio del Novecento, insieme al nascente e sempre più diffuso e amato baseball, anche il soccer era una passione popolare. Specie nella costa est. Avete presente i Los Angeles Dodgers, squadra di culto dell’MLB: ecco, nasce a Brooklyn e nel suo sviluppo è stata legata a una squadra di calcio.
Brooklyn, quel ponte che ha significato molto nella storia degli Stati Uniti, mito sognato anche dai tanti immigrati che arrivavano a New York. All’ombra di quella ancora magica struttura sono nati due giocatori che nella storia del calcio stanno cercando di entrarci, in qualche modo. Sono loro pure figli dell’emigrazione., dai terremoti alla dittatura del feroce Baby Doc Duvalier. Una tappa intermedia, quella statunitense, visto che poi si sarebbero diretti, con Jonathan ancora bimbo verso nord, oltre la frontiera canadese.
Entrambi, qualche lemma di broccolino, potrebbe averlo comunque appreso. Sicuro, anche se non sotto quel magico ponte, hanno appresso a giocare e a segnare. L’Italia potrebbe essere davvero un reale destino per entrambi.
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