Isolate le stalle che sfamano l’Italia. “Ma se molliamo saremo spazzati via'

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La zona rossa che resiste. Nel Lodigiano agli animali che nascono vengono dati nomi che guardano al futuro come Vita, Coraggio e Speranza

CODOGNO - "Siamo rimasti soli e tremiamo. Più ancora del virus, ci spaventa il futuro di stalle e cascine secolari. Se la zona rossa durerà settimane, il marchio del contagio distruggerà il nostro latte e la nostra carne. Centinaia di aziende del Lodigiano rischiano di essere spazzate vie". Alle sette del mattino Basilio Recagni, 68 anni, di Bertonico, finisce la prima mungitura delle sue 400 vacche.

Il focolaio nazionale del Covid-19, tra Lodi, Crema e Piacenza, è nel cuore dell'agricoltura padana. Dentro la zona rossa sono "prigioniere" quasi 200 stalle. Lungo il confine sigillato dai posti di blocco se ne incontrano altre 300. Il Lodigiano conta oltre 500 cascine e 104 mila capi, tra mucche, manzi e maiali. "Siamo la capitale di latte e carne - dice Filippo Boffelli nella sua stalla a Codogno - e viviamo nel dramma.

Nelle campagne sconvolte è già gara di solidarietà. Chi può, presta braccia a chi è rimasto senza. Decine i vecchi contadini, contagiati o rimasti senza dipendenti a Casalpusterlengo, Somaglia, Codogno e Castiglione, salvati dagli amici risparmiati dall'epidemia. "Ogni notte - dice Eugenio Francesconi tra i vitellini di Cascina Vignazza a Brembio - prego che non si spacchino le mungitrici, o i miscelatori del mangime.

Nella zona rossa anche coltivare i campi è proibito. Questo è il tempo in cui si ara la terra, tra due settimane dovrebbe cominciare la semina. Molti coltivano terreni mezzi di qua e mezzi di là. "I trattori sono fermi - dice Antonio Falchetti, contadino di Codogno - i grossisti di semi della zona, chiusi. Chi vive grazie alla terra, da generazioni lotta contro malattie e calamità.

Qui però nessuno si arrende. L'epicentro lombardo del coronavirus resiste e senza lamentarsi non rinuncia a vivere proprio nelle sue storiche cascine. Da venerdì scorso i vitelli non si battezzano più in ordine alfabetico. "Dopo ogni parto - dice Alice, 35 anni, allevatrice di Terranova - diamo nomi che guardano al futuro. In mezzo a tanto dolore, speriamo ci portino fortuna". Le mucche nate questa notte, nella zona rossa, si chiamano Vita, Speranza e Salute.

 

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