È una bufala. Una catena storica, che naviga dal 2012, tra Facebook, WhatsApp, e ora è sbarcata su Instagram. Spopola negli Stati Uniti, ma una versione maldestramente tradotta in italiano ha iniziato a mietere le prime vittime anche qui, nel Belpaese.
Si tratta di un testo, dove gli utenti mettono in guardia il social dall’utilizzo indiscriminato dei propri dati e foto: non sono necessarie le abilità di Mr Robot per capire che non possiamo cambiare le regole di piattaforme come Instagram quando e come vogliamo, unilateralmente. Regole che, per giunta, tutti accettiamo nell’esatto momento in cui ci iscriviamo e creiamo il nostro account.
Inoltre, è scritto veramente male, con un linguaggio incerto e zoppicante, senza alcuna valenza legale, e con nessuna base di giurisprudenza a sostegno. Tra i riferimenti normativi, infatti, troviamo lo «Statuto di Roma», che nulla ha a che fare con privacy dei contenuti su Instagram. Insomma, è tutto falso.
Che trattasi di bufala è palese ai più, ma la viralità del messaggio, data anche dall’essere stato postato da personaggi di spicco dell’intrattenimento, e della politica, ha indotto Instagram ha prendere posizione, con una dichiarazione ufficiale della responsabile delle comunicazioni pubbliche, Stephanie Otway: «Non c’è alcunché di vero in questo messaggio».
Lo sapevo!
È stravecchio ancora ci cascano
Vogliamo capire una volta per tutte che gli italiani al 99% non hanno la capacità di comprendere un testo scritto? Vogliamo capire che siamo un popolo di pecore?!?
Ciucci
Dovrebbe esserci l'automatica perdita del diritto di voto come conseguenza. Anche una multa, già che ci siamo.
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