L’inchiesta della procura bresciana contesta la vendita di 150mila tonnellate di fanghi contaminati da metalli pesanti, idrocarburi ed altre sostanze inquinanti spacciati per i fertilizzanti e smaltiti su circa 3mila ettari di terreni agricoli nelle regioni Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna.
Sei di loro hanno evitato l'arresto in carcere e altri due i domiciliari come avrebbe voluto la Procura bresciana che si è invece vista rigettare la richiesta da parte del gip che non ha ravvisato la necessità di applicare misure cautelari perché da agosto 2019 l'attività di traffico illecito di rifiuti della azienda bresciana di sarebbe fermata, o quantomeno rallentata, dopo una prima perquisizione dei carabinieri forestali.
Io nel mio terrazzo concimo le mie piante con i liquami delle evacuazioni di tutta la mia famiglia. Stiamo tutti bene!!
Gente del genere si deve uccidere seduta stante, la galera non serve a rieducare un animo così.
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