Dipinti e busti da sempre vengono strumentalizzati dai partiti: il caso della statua di Vera Omodeo ospitata da Ignazio La Russa è l'ultimo di una lunga serie
«Mi infastidisce il fatto che sia qui, appeso nella mia anticamera nel piano più importante di un palazzo che rappresenta il tempio della sovranità nazionale. Ecco, Napoleone ha cercato di annetterla al suo impero», commentò Rampelli, che ha poi fatto sostituire il ritratto di Napoleone con una, una tela dipinta a olio da Vincenzo Segarelli nel 1966 e di proprietà del museo di Capodimonte a Napoli, ma in deposito alla Camera dal 1926.
Camera e Senato conservano alcune di queste opere nei loro depositi esterni: quello del Senato è in via del Trullo, nell’immediata periferia sudest di Roma, quello della Camera a Castelnuovo di Porto, un comune a nord di Roma. Lì, tra l’altro, sono conservati anche vari oggetti del ventennio fascista: busti in marmo e in bronzo di Benito Mussolini e sculture e dipinti celebrativi del regime.
Oltre che per via di questi scambi, l’aspetto di molte stanze di Montecitorio cambiò perché Violante fece in modo che le opere più prestigiose venissero esposte nelle sale più frequentate, o in quelle di massima rappresentanza diplomatica, dove cioè venivano ricevuti ambasciatori o leader politici stranieri.
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