Che Acciaierie d’Italia, la joint venture tra Invitalia e ArcelorMittal voluta nel 2020 da Pd e 5stelle, non abbia liquidità finanziaria è un dato di fatto. Secondo il presidente Bernabè ciò è dovuto alla non bancabilità dell’azienda. A sua volta dovuta al sequestro in corso dal 2012.
Per questo il governo Meloni è intervenuto con due importanti decreti prima a febbraio poi a luglio, per garantire la prosecuzione dell’attività anche in caso di confisca. Provvedimenti considerati non sufficienti dai creditori dato che, come abbiamo visto in questi giorni col giudice di Catania, qualunque magistrato può infischiarsene delle leggi dello stato. Come già accaduto su Ilva.
È vero dunque, come dice l’ad Lucia Morselli, che l’azienda oggi è migliore di quattro anni fa, quando la copertura dei parchi minerari, dei nastri trasportatori, i filtri meros, e tutti gli altri adeguamenti ambientali non c’erano. Per sei anni l’amministrazione straordinaria li aveva rimandati grazie a decreti legge che puntualmente ne posticipavano la realizzazione.
Ma per farli c’è bisogno di liquidità che l’azienda non ha. È necessario quindi un prestito ponte, che l’opposizione e i sindacati non vogliono venga dato al privato. D’altra parte però nessun privato accetterebbe mai di perdere risorse in una quota di minoranza con un pubblico che non sa fare acciaio, ma che risponde alla politica. Per cui l’unica soluzione, prevista da un decreto voluto dal ministro Urso a marzo, è l’amministrazione straordinaria.
Italia Ultime Notizie, Italia Notizie
Similar News:Puoi anche leggere notizie simili a questa che abbiamo raccolto da altre fonti di notizie.
Fonte: TuttoMercatoWeb - 🏆 13. / 72 Leggi di più »
Fonte: ilpost - 🏆 7. / 83 Leggi di più »
Fonte: ilpost - 🏆 7. / 83 Leggi di più »
Fonte: ilpost - 🏆 7. / 83 Leggi di più »
Fonte: ilpost - 🏆 7. / 83 Leggi di più »
Fonte: ilpost - 🏆 7. / 83 Leggi di più »