Le osservazioni del telescopio spaziale James Webb confermano che il tasso di espansione dell’Universo misurato negli ultimi 34 anni dal 'collega' Hubble è corretto, ma non riescono ancora a spiegare perché questo valore sia diverso da quello atteso sulla base della mappatura della radiazione fossile del Big Bang effettuata dal satellite europeo Planck.
Il tasso di espansione dell'Universo è un parametro fondamentale perché permette di calcolare l'età del cosmo, la distanza tra galassie e via dicendo. Prima del lancio di Hubble nel 1990, le osservazioni effettuate con i telescopi terrestri rivelavano enormi incertezze, indicando un'età del cosmo compresa tra 10 e 20 miliardi di anni.
“Una volta annullati gli errori di misurazione, ciò che rimane è la reale ed entusiasmante possibilità che abbiamo frainteso l’Universo”, afferma Adam Riess della Johns Hopkins University di Baltimora, che nel 2011 ha vinto il Nobel per aver contribuito a scoprire che l’espansione del cosmo sta accelerando a causa della misteriosa 'energia oscura'.
Per risolvere l'enigma della tensione di Hubble bisognerà probabilmente attendere i dati della missione Euclid, lanciata nel luglio 2023 dall'Esa, e il prossimo telescopio spaziale Nancy Grace Roman della Nasa.
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