La pandemia è la «nuova normalità» da ormai due anni, ma sa ancora coglierci impreparati. Che l’elevato numero di contagi da Covid-19, con le conseguenti quarantene dei positivi e dei contatti stretti di questi ultimi, sarebbe potuto diventare un problema per il comparto economico del Paese era già stato ipotizzato alla fine di dicembre. La situazione che stiamo vivendo in queste settimane sembra esserne la conferma.
Circa il 3% del personale di Ferrovie dello Stato è a casa per positività al Covid-19 o quarantena, situazione che ha comportato la cancellazione di 550 treni sugli oltre 6mila previsti in settimana.
«Noi abbiamo sottolineato più volte le difficoltà che riguardano le imprese del settore del commercio, del turismo e dei servizi, in particolare quelle meno strutturate, dove la sostituzione del personale è difficile. Penso a imprese che hanno meno di 10-15 dipendenti o del settore della ristorazione: se si ammalano il cuoco o gli addetti alla cucina, ad esempio, diventa un problema poterli rimpiazzare».
Sono oltre 2 milioni quelli accertati il 10 gennaio, senza contare chi si è auto-messo in quarantena dopo un tampone rapido positivo senza passare dai canali delle Asl. La difficoltà di accedere ai tamponi e il tracciamento dei contagi saltato, poi, non sono di aiuto.
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