Perugia, 4 mar. - La Galleria nazionale dell'Umbria di Perugia celebra Pietro Vannucci, conosciuto come il Perugino, nell'ambito degli eventi per i 500 anni dalla morte dell'artista.
"Il problema della storiografia - ci ha detto Pierini riferendosi esplicitamente a Vasari - è stato quello di considerarlo un grandissimo allievo di Verrocchio e un grandissimo maestro per Raffaello, ma di non avere considerato che nel mezzo tra questi due momenti c'è l'attività di un pittore che è stato il più richiesto da Papi e da governanti di tutta Italia.
Da qui il titolo della mostra, che riprende una definizione del banchiere Agostino Chigi, e da qui anche la volontà di collocare Perugino nel suo tempo, accanto ad altri artisti dell'epoca."Guarda ai fiamminghi, guarda Verrocchio, guarda i suoi contemporanei. Lui guarda tutti - ha aggio sto Pierini - solo che mentre il 99% dei pittori, anche del suo tempo, quando guarda cerca di imitare, lui quando guarda assimila, e quindi diventa tutto suo".
Da questa appropriazione nasce uno stile che, pur essendo molto riconoscibile, forse è diventato addirittura troppo perfetto, e questo potrebbe avere influenzato il giudizio storico su Perugino.
Un carattere che a Perugia si può ammirare anche nel Nobile collegio del cambio, dove un'intera sala affrescata dal Perugino porta i visitatori ancore di più all'interno del suo mondo pittorico. In un'esperienza che amplifica il riverbero della mostra, aperta al pubblico dal 4 marzo all'11 giugno.Start
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