Il governo Meloni ha riscritto il Piano nazionale di ripresa e resilienza cambiando centoquarantaquattro obiettivi sui trecentoquarantanove da centrare entro il 2026.
Il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin dice la stessa cosa in un’intervista alla Stampa: «Nessun definanziamento agli interventi sul dissesto idrogeologico inseriti nel Pnrr. Le opere verranno realizzate con altri fondi, basta con questo disfattismo interno tutto ideologico». E aggiunge: «Nessuno stop a nessun progetto, stiamo soltanto lavorando per consentire all’Italia di non perdere fondi, come sarebbe successo se non fossimo intervenuti rimodulando gli obiettivi.
Saltano dal Pnrr la tratta ferroviaria Roma-Pescara e due lotti della Palermo-Catania perché irrealizzabili da qui al 2026. Confermati i duecentosessantancinquemila posti negli asili, ma la revisione prevede novecento milioni in più. «Non stiamo eliminando nulla, stiamo riorganizzando il Piano cercando le modalità per utilizzare bene le risorse. Vogliamo salvaguardare gli interventi che rischiano di non essere spesi, adeguando i progetti e le tempistiche, modificando gli obiettivi intermedi per mantenere quelli finali», risponde Fitto. «Non vorremmo trovarci tra un anno con la Commissione europea che ci revoca i soldi per non aver centrato i target».
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