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Il Mongrando rilancia e scommette sul salto in Prima categoria

Foto alcuni componenti del consiglio direttivo del Mongrando calcio. Al centro il presidente Gianni Cappello04 Luglio 2019

Il Mongrando rilancia e ingrana la Prima. Il club biancoverde punta al salto di categoria. La gavetta in Seconda può bastare per sognare, a ragion veduta, un nuovo cambio di passo. In casa Mongrando saranno molte le novità, soprattutto a livello societario.

Gianni Cappello ha le idee molto chiare e soprattutto un progetto da cullare con amore: «Vorremmo allargare la base del consiglio direttivo per poter aumentare la forza lavoro utile al raggiungimento degli obiettivi che ci siamo prefissati di pianificare in questa stagione. Il riferimento va soprattutto al settore giovanile. Per quanto riguarda la rosa della prima squadra, nonostante qualche addio, verrà confermato tutto lo zoccolo duro formato dai ragazzi di Mongrando.

 

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Quei quaranta miliardi che ancora ci separano da Bruxelles - La Stampa - News dall'Italia e dal mondoPer il 2020 il governo ha preso con l’Europa un impegno – di tenere i conti in ordine – che contrasta del tutto con le parole di Matteo Salvini, di Luigi Di Maio e dei rispettivi seguaci. Il ministro Giovanni Tria, sorretto dalle reazioni dei mercati ieri, sostiene che all’Italia farà bene mantenerlo. Vedremo a settembre come la questione si evolverà. Per il momento, ovvero per quanto riguarda il 2019, abbiamo ciò che la Commissione europea chiama «fiscal correction», ossia correzione di bilancio, mentre il nostro governo nega che di «manovra correttiva» si tratti. Definizioni a parte, sarà qualcosa di cui i cittadini avvertiranno poco l’effetto. Ma proprio per questo è interessante riflettere su che cosa contenga davvero. Le due misure-bandiera della coalizione, reddito di cittadinanza e pensionamento anticipato con «quota 100» si sono rivelate assai meno costose di quanto calcolato. In entrambi i casi, i richiedenti sono stati meno numerosi del previsto. Si potrebbe dire che il «popolo» non si è entusiasmato troppo del dono ricevuto dai populisti. Tra i sessantenni che si pensava avrebbero chiesto la pensione anticipata il 30% ha preferito rimanere al lavoro. Fino a un quarto dei potenziali beneficiari del sussidio che, nelle intenzioni, doveva «abolire la povertà» almeno per ora sembra non ritenersi abbastanza bisognoso da richiederlo. I calcoli del Tesoro erano giustamente prudenti, ma nessuno li aveva contestati. I critici dei due provvedimenti temevano che entrambi potessero favorire il lavoro nero. Benché sia presto per trarre conclusioni, si può ipotizzare che gli impiegati nel sommerso abbiano preferito non chiedere il reddito di cittadinanza, e i pensionabili abbiano preferito tenersi l’impiego legale piuttosto che cercarne un altro in nero da pensionati. Comunque sia, il Paese reale non corrisponde all’immagine che ne veniva tracciata. Il malcontento contro la legge Fornero esisteva, ma era stato sopravvalutato. La povertà c’è, e servivano strumenti di as CONTRASTA, MA BASTA CHE SE MAGNA, COME SI DICE.
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