Il racconto era stato scritto nel 1989 e tradotto sul trimestrale britannico Granta dell’inverno 2000scendono solo i ricchi.
La sola cosa che m’interessa adesso nella prospettiva del corridoio sono i rettangoli numerati delle porte Accanto al letto vedo due linde paia di sandali accostati con cura, momentaneamente esentati dal servizio dei piedi. Un paio più grande, l’altro più piccolo. Sul comodino giace la guida, bibbia di ogni turista, e in bagno sono disposti, funzionali e discreti, gli oggetti da toilette. Mi limito quindi a rassettare il letto, facendo più confusione di quanta ne facciano loro in un mese.
Pedro traccia un contorno con la matita e, incespicando nelle parole, risale ai tempi remoti quando, chissà perché, gli uomini percorrevano sterminate distese di quella che oggi chiamiamo Asia ed Europa. Durante i loro vagabondaggi si mescolavano tra loro e si stabilivano da qualche parte, poi riprendevano il cammino portandosi dietro le proprie lingue come bandiere. Formavano grandi famiglie, pur non conoscendosi a vicenda, e in tutto ciò le uniche cose costanti erano le parole.
Ora le ragazze biancorosa stormiscono ognuna a suo modo; le parole schioccano come dadi di legno rimbalzando giù per le scale verso la cucina, la lavanderia, i magazzini della biancheria, facendo vibrare il Capital fin dalle fondamenta.Il resto delle camere Doveva essere nervoso oppure distratto, che è la stessa cosa. Deve essersi sentito solo, quando stanotte il taxi lo ha portato qui dall’aeroporto. In questi casi si prova un improvviso bisogno di sesso. Niente rende familiare il mondo quanto il sesso. Deve essere scappato subito in cerca di corpi di donne o di uomini, queste esili barchette che ci traghettano senza dolore attraverso ansie e paure.
Ogni mattina, impaurito dall’estraneità della sua faccia, si mette davanti allo specchio e con mani tremanti le restituisce l’antico aspetto. Vacilla, non ci vede bene, si accosta allo specchio imbrattandolo con le dita. Rovescia lo shampoo, impreca, fa per asciugarlo ma poi, in inglese, francese o tedesco esclama: “Ma vaffanculo!”. Sta già per uscire nel mondo così com’è ma, vedendosi nello specchio, capitola, torna indietro e completa il maquillage.
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