I cent’anni dell’osteria di Langa dove resistono le ricette della nonna

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Ci sono locali che hanno visto scorrere il tempo in modo discreto, che sono stati testimoni di epoche e mode senza smania di protagonismo, ma tramandando l’etica del lavoro e dell’ospitalità di generazione in generazione. La Trattoria Italia di Serralunga d’Alba è senza dubbio uno di questi preziosi locali. È nata un secolo fa e la potete trovare ai piedi del castello che domina uno dei paesaggi più belli delle Langhe del Barolo. «La storia della nostra “osteria con alloggio” è cominciata negli anni Venti, quando mia nonna Franchina Anselma, una delle prime ristoratrici delle Langhe, iniziò l’attività di locandiera insieme con il nonno Felice, vignaiolo e profondo conoscitore di questi luoghi» racconta Mariagrazia Anselma, che si occupa del ristorante albergo, mentre il fratello Franco è l’enologo della cantina. Per Mariagrazia, «questo non è un semplice luogo di lavoro, ma la casa dove ho trascorso tutta la mia esistenza. Mio fratello è nato nella stanza sopra la cucina, siamo entrambi cresciuti tra i tavoli della trattoria e quando era il nostro compleanno condividevamo la torta con chi quel giorno era seduto a pranzare». La signora Anselma ha 57 anni e da sempre si occupa della sala. «Ho iniziato a servire i primi piatti da ragazzina, quando tornavo da scuola, e a parte una breve parentesi, non ho mai smesso. È un mestiere che richiede tanti sacrifici: se non ci sei nato, se non hai visto i tuoi genitori fare altrettanto, è difficile accettarli». Ogni tanto si destreggia anche in cucina, dove a dirigere il traffico di ravioli e dei superlativi tajarin c’è Ornella Costamagna. «Proponiamo solo piatti legati al territorio. Negli anni 80, anche noi abbiamo fatto qualche concessione alla moda, ma poi siamo andati a rileggere i ricettari di nonna e abbiamo capito che il nostro futuro è rimanere legati ai valori classici». Anche in questo periodo post Covid? «Mesi difficili, ma siamo ripartiti subito: la Trattoria Italia non era mai rimasta ferma così a lungo, nemmeno i

Ci sono locali che hanno visto scorrere il tempo in modo discreto, che sono stati testimoni di epoche e mode senza smania di protagonismo, ma tramandando l’etica del lavoro e dell’ospitalità di generazione in generazione. La Trattoria Italia di Serralunga d’Alba è senza dubbio uno di questi preziosi locali. È nata un secolo fa e la potete trovare ai piedi del castello che domina uno dei paesaggi più belli delle Langhe del Barolo.

«La storia della nostra “osteria con alloggio” è cominciata negli anni Venti, quando mia nonna Franchina Anselma, una delle prime ristoratrici delle Langhe, iniziò l’attività di locandiera insieme con il nonno Felice, vignaiolo e profondo conoscitore di questi luoghi» racconta Mariagrazia Anselma, che si occupa del ristorante albergo, mentre il fratello Franco è l’enologo della cantina.

La signora Anselma ha 57 anni e da sempre si occupa della sala. «Ho iniziato a servire i primi piatti da ragazzina, quando tornavo da scuola, e a parte una breve parentesi, non ho mai smesso. È un mestiere che richiede tanti sacrifici: se non ci sei nato, se non hai visto i tuoi genitori fare altrettanto, è difficile accettarli». Ogni tanto si destreggia anche in cucina, dove a dirigere il traffico di ravioli e dei superlativi tajarin c’è Ornella Costamagna.

Anche in questo periodo post Covid? «Mesi difficili, ma siamo ripartiti subito: la Trattoria Italia non era mai rimasta ferma così a lungo, nemmeno in tempo di guerra. Anche per questo si era deciso di non festeggiare i 100 anni di attività. Ma poi sono arrivati i Cavalieri del Tartufo e dei Vini di Alba».

La confraternita enogastronomica tenne il suo primo Capitolo nella saletta della trattoria Italia il 5 novembre 1967. Ieri al castello di Grinzane Cavour l’Ordine ha voluto celebrare il 293° Capitolo - il primo dopo l’emergenza - rendendo omaggio alla famiglia Anselma. A cena, lo stesso menu di 53 anni fa: carne cruda, tajarin d’Langa, fritto misto, toma e bonet.

 

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