L’arcivescovo Paul Gallagher in una galleria dei Musei vaticani, Città del Vaticano , 27 febbraio 2024L’arcivescovo Paul Gallagher in una galleria dei Musei vaticani, Città del Vaticano , 27 febbraio 2024Il capo dello chiesa cattolica non si accontenta di guidare la vita religiosa dei fedeli.
Da piazza San Pietro si possono ammirare le finestre rinascimentali del palazzo apostolico, sormontate da magnifici frontoni che si stagliano nella pietra color ocra. L’edificio del cinquecento ha ospitato i papi fino a Francesco e oggi è la sede della segreteria di stato, il ministero degli esteri vaticano. Al terzo piano del palazzo lavorano circa sessanta diplomatici, uomini di chiesa e un piccolo gruppo di laici, tra cui alcune donne.
Alla metà del 2022, appena insediata a villa Bonaparte , Florence Mangin ha capito subito che in Vaticano s’incontra il mondo intero. “Quello che impariamo e discutiamo qui è di grande interesse per altri colleghi”, spiega l’ambasciatrice. Se è possibile, Mangin ospita una volta all’anno i responsabili dei dipartimenti mediorientali e americani del ministero degli esteri per scambiare informazioni con i diplomatici vaticani.
Seduto davanti a un piatto di pasta a pochi passi dal Vaticano, un giovane diplomatico ricorda il suo periodo all’accademia. “Ti possono inviare ovunque”, spiega. Notando un collega, chiede immediatamente di cambiare tavolo: meglio non farsi notare in compagnia di giornalisti.
Attiva in Libano durante la guerra civile all’inizio degli anni ottanta, Sant’Egidio si è distinta in seguito nel contesto del conflitto in Mozambico, grazie a una mediazione durata ventisei mesi: l’accordo di pace firmato nel 1992 nella sede romana della comunità, un ex monastero carmelitano del seicento situato nel rione Trastevere, è ancora oggi motivo di orgoglio.
Oltre al capo della chiesa ortodossa russa, a Mosca Zuppi ha incontrato anche Maria Lvova-Belova, commissaria russa per i diritti dei bambini accusata di crimini di guerra dalla Corte penale internazionale per la deportazione dei minori ucraini in Russia. Il prelato italiano ha cercato di facilitare il ritorno nel paese d’origine dei bambini prelevati dalle autorità russe.
Sul suo telefono, Giro conserva le testimonianze fotografiche dei suoi incontri con diversi presidenti e capi ribelli del continente africano, tra cui quelle di una missione del 2006 in cui, nel cuore della foresta dell’Africa centrale, ha negoziato con il signore della guerra ugandese Joseph Kony.
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