Giustetto, il più antico pastificio di Torino perde i suoi inseparabili fratelli

Nel giro di due mesi se ne vanno i titolari dello storico locale di via Santa Teresa. Luigi è morto a ottobre, Anna mercoledì. Fino al 2019 lavoravano ancora 365 giorni l’annoMarco BassoSe ne sono andati a distanza di due mesi quando dopo una vita di lavoro instancabile si erano arresi allo scorrere degli anni. I fratelli Giustetto, Luigi e Anna, 93 e 89 anni, erano un pezzo di storia di Torino.

Poi i due anziani fratelli hanno lasciato il locale di via Santa Teresa nelle mani del nipote Franco Rabezzana, titolare dell’adiacente osteria. Hanno smesso di lavorare e, senza più poter giornalmente coltivare la loro passione, a un certo punto sono come crollati: Luigi si è spento lo scorso 30 ottobre, Anna non ha retto alla solitudine ed è mancata il 30 dicembre, proprio alla vigilia della fine di questo anno tremendo.

Il nipote Franco li ricorda così: «Ero riuscito a convincerli lo scorso Natale ad accettare di lasciarmi il negozio, in cambio avevo promesso loro che io avrei portato avanti l’attività. Lavoravano davvero tutti i giorni dell’anno, senza sosta. Erano un punto di riferimento a Torino anche in tempo di guerra: il loro era il pastificio più antico, tanto da essere persino fornitore della Real Casa».

Grandi lavoratori, affiatatissimi tra di loro, rappresentanti di quella Torino competente, seria e professionale, sono stati l’anima storica del quartiere. Nessuno dimenticherà mai il garbo e il sorriso di Anna e i suoi pacchetti dai fiocchetti gialli. «Chi entrava qui non voleva semplicemente acquistare gli gnocchi o i cappelletti - ricorda ancora Franco Rabezzana - ma aveva piacere di parlare, di raccontare, di assaporare un mondo antico e un’atmosfera speciale.

Un negozio mitico e d’altri tempi, il loro, con gli arredi in formica, gli stessi del 1961 quando si trasferirono nella sede attuale da via Santa Teresa 15; in vetrina non mancavano mai i semolini dolci e le palle di spinaci, il prosciutto in gelatina. Con Luigi e Anna se ne va una fetta di storia dell’antica Torino, quella per bene e laboriosa.

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