Quindi non vi sentite chiamati in causa?
«È un periodo non facile per la magistratura. Ci sono più punti di vista su come superare la crisi. All’interno dell’Anm si discute ma non ci sono conflitti. Tranne con un piccolo gruppo. Ma anche in questo Comitato direttivo centrale ci siamo ritrovati su posizioni comuni, come«Sui principi generali, autonomia e indipendenza c’è unità. Ma tante cose non dipendono da noi». E da chi? «Dalla crisi si esce con buone riforme.
Le chat di Palamara non mostrano una giustizia sana. A parte espellere lui, l’Anm non ha fatto nulla? «Da mesi ci sono procedimenti aperti per violazioni del codice etico, come le autosponsorizzazioni. A breve valuteremo».«Sono una cinquantina le posizioni aperte. E alcuni si stanno dimettendo dall’associazione. A quel punto il nostro procedimento si interrompe. Ferma restando l’azione disciplinare del Csm».«No. Dai numeri si vede che non siamo una casta chiusa in atteggiamento corporativo».«Quelle buone.
A pensavo servisse una loro maggior attenzione... e non alludevo a quelli personali e corporativisti
Ci vuole una riforma immediata della magistratura: giudici territoriali e responsabilizzati.
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