L’ex difensore rossonero poi allenatore e responsabile dei giovani si racconta nel libro ”Il mio calcio eretico”: «I calciatori che preferisco? Quelli che non fanno tutto da soli»
«A volte mi sono scontrato con le resistenze di chi non vuole mai cambiare: mi hanno dato dell’eretico per aver fatto mie e portato nel contesto di lavoro teorie sull’apprendimento molto lontane dal calcio»., ma anche allenatore, responsabile del settore giovanile del Milan e dell’area metodologica del Parma fino al 2022, dopo aver offerto il contributo al settore tecnico della Figc per il calcio dei giovani, ha preso carta e penna.
«Il suo Brighton è una delle squadre che preferisco guardare. Roberto è un allenatore formatore, che migliora i singoli lavorando sul collettivo. Propone un calcio diverso da quello della tradizione italiana, speculativo, difensivo a oltranza».«L’ho predicata quando ero alla guida del settore giovanile del Milan sin dal 2012 e per i bambini di 10 anni. Bisogna insegnare loro a essere protagonisti e coraggiosi».«Sono a favore.
«Sì con Giovanni Stroppa, del marchio Garman che in quegli anni era sponsor tecnico del Brescia. Avevo fatto firmare cento maglie a Roberto Baggio. Lui in cambio mi chiese di tradurre dall’inglese le 365 preghiere del buddhismo».
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