Sono i risultati della ricerca di Enea e Crea, il cui team di ricercatori hanno dimostrato che oltre il 60% del campione irradiato mostra una sensibilità ridotta alla malattia principale del kiwi, il cosiddetto 'cancro batterico'.
Per l'irraggiamento i ricercatori hanno realizzato un dispositivo portatile delle dimensioni di uno smartphone, a potenza e durata variabile e un sistema di raffreddamento per garantire la stabilità dell'intensità irraggiata soprattutto nei trattamenti di lunga durata. Le foglie infettate e non trattate con raggi UV-C, già dopo una settimana, hanno mostrato imbrunimenti e afflosciamenti fogliari, che viceversa sono risultati quasi assenti nei gruppi irraggiati.
Cambiamento climatico, moria del kiwi e cancro batterico sono tra i problemi principali che gli agricoltori si vedono costretti a fronteggiare. Il cancro batterico del kiwi, causato dal batterio Pseudomonas syringae pv. actinidiae , si è diffuso in tutto il mondo dal 2008, con effetti devastanti su qualità e quantità del raccolto; attualmente il controllo di questa patologia si basa su approcci agronomici e chimici, non privi di impatto ambientale.
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