Elisa Claps uccisa in chiesa a 16 anni: cosa c'entra ora il Vaticano

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La protesta per la decisione di papa Francesco di riaprire alla messa il luogo dove la studentessa è stata assassinata e il cadavere nascosto...

Trent'anni di silenzi sulla morte di Elisa Claps risvegliati all'improvviso dalle proteste, davanti alla chiesa della Santissima Trinità a Potenza. Mille persone in piazza contro la decisione di papa Francesco di riaprire alle celebrazioni il luogo dove la studentessa di 16 anni è stata uccisa e nascosta. Il suo corpo abbandonato per diciassette anni, nel sottotetto sopra la navata centrale e le preghiere dei fedeli.

“Ho cominciato a tagliare i capelli nel 1986 – ammette Restivo davanti ai giudici inglesi che lo condanneranno all'ergastolo –. Poi, a inizio anni Novanta, ci sono stati degli incidenti a Potenza. Alcuni fidanzati delle ragazze cui avevo tagliato i capelli si rivolsero al parroco don Mimì Sabia per lamentarsi. Lui mi chiese una spiegazione. Io confessai a don Mimì e lui cercò di aiutarmi”.

Intanto il ritrovamento: il cadavere di Elisa viene scoperto più volte. Il 24 febbraio 2010 è un mercoledì e qualcuno, ma nessuno dirà mai chi, chiede alle due donne che a Potenza puliscono la chiesa, madre e figlia, di salire nel sottotetto. Le due chiamano il nuovo viceparroco, il brasiliano don Wagno Oliveira. Risalgono fino alla facciata. Il viceparroco fa luce con il suo telefonino. Vede un cranio.

Altri lavori importanti risalgono al 1995 e durano sei mesi. I cassettoni del soffitto rischiano di cedere. Devono essere restaurati. Nuovi ganci di ferro passano la soletta da parte a parte. Uno di questi viene piegato e cementato tra il braccio e la testa di Elisa Claps. La squadra mobile rintraccerà tutti gli operai che hanno lavorato nel tempo per la parrocchia. Ma nessuno ricorda di essere salito nel sottotetto.

Perfino i muri, a Potenza, certificano l'inquinamento delle indagini. Ecco la prima targa, inaugurata dal Comune il 12 settembre 2006 sulla Gradinata IV Novembre: “Lungo questo percorso il 12 settembre 1993 spariva Elisa Claps”, è stato scritto a sostegno della tesi dell'allontanamento volontario. Poco sopra, una successiva lapide avverte i passanti: “La targa sottostante testimonia i depistaggi che hanno accompagnato la vicenda di Elisa Claps”.

 

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