Oggi, ai tempi della guerra in Ucraina, giorno del primo turno delle presidenziali l’interrogativo è ancora più grosso: nessuno sa come vota la Francia quando «è stanca e pure arrabbiata». Più del partito degli astensionisti – ormai tradizionalmente ago della bilancia in molte elezioni europee – sarà il partito degli Indecisi a determinare il risultato del voto di oggi.
Alla guida della sua nuova Union Populaire, il leader della France Insoumise è stato al centro di un’attivissima campagna last minute per convogliare su di lui i voti di una gauche che appare più che mai lacerata tra candidati senza alcuna speranza di qualificarsi: i socialisti con la sindaca di Parigi Anne Hidalgo cui i pronostici accreditano un drammatico 2 per cento, i Verdi di Yannick Jadot, nemmeno sicuro di superare la soglia del 5 per cento che consente di accedere ai rimborsi...
In caso di vittoria di Le Pen e Macron, i pronostici del 24 aprile indicano un testa a testa: mai l’estrema destra è stata tanto vicino all’Eliseo. Ieri è stato il giorno di silenzio elettorale, i giovani, altra incognita in questo voto de-gli indecisi, sono scesi numerosi per le strade, a manifestare per il clima, tema che non è riuscito a imporsi nella campagna. Titolo della manifestazione: la “marcia per il futuro”.