Effetto Joker: perché siamo così attratti da questo personaggio? - VanityFair.it

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Perché siamo così attratti da Joker?

È uscito nelle sale cinematografiche più di un mese fa, in qualcuna è già stato ritirato per lasciar spazio a nuove pellicole, in altre è ancora in palinsesto. Eppure non smette di far parlare di sé. Che sia per la straordinaria interpretazione dell’attore

, in odore di statuetta; oppure per la sfrenata danza sulle scale che portano a casa, sulle note della controversa canzone di; o ancora per le scene pulp, omaggio alla cinematografia anni Settanta, cui il registaappena visto sui grandi schermi non ha lasciato indifferenti: c’è chi lo ha amato e chi lo ha odiato, ma in ogni caso nessuno è uscito dalle sale senza avere addosso quella sensazione disturbante che il personaggio reca in sé.

Abbandonato dai servizi sociali, senza cure e senza cura, maltrattato sul lavoro, al punto di perderlo, preso a botte e in giro, addirittura in diretta tv: Arthur Fleck è un uomo che vive ai margini e non ha alcun appiglio se non la propria fantasia. Fino a che iJoker di Joaquin Phoenix è una figura combattuta, instabile, triste e violenta nello stesso tempo, ma è riuscita a conquistare un pubblico così diverso: mentre lo guardi, sai che sta compiendo azioni sbagliate, ma non riesci a non empatizzare con lui. Perché? Lo psicoterapeutae nella gallery ci spiega quali sono i meccanismi che fanno di Joker un nuovo eroe.

 

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