Perché questo avvenga, bisogna infatti che, entro sei mesi dall’uscita la Ue promulghi una dichiarazione di “adeguatezza” e compatibilità della normativa britannica in materia di dati personali con la normativa europea. Sarebbe la soluzione più semplice e più indolore per entrambe le parti: la Commissione europea ha già concesso, in passato, uno status simile ad altri paesi come l’Argentina, il Giappone, la Svizzera e la Nuova Zelanda.
della New Economics Foundation uscito a novembre, mettersi in regola comporterebbe un costo complessivo fino a 1,76 miliardi di euro per le aziende del Regno Unito. uno dei ricercatori autori del rapporto, Duncan McCann, “Non è sufficiente mettere un certo testo nel contratto. Ci deve essere una reale valutazione del rischio del Paese in cui i dati sono stati inviati, per assicurarsi che la Scc abbia una qualche validità”.
Dato che per anni oltre Manica è stata in vigore il regolamento europeo per la protezione dei dati, i consigli del governo e le stime della New Economics Foundation potrebbero sembrare soltanto le predizioni buie delle solite Cassandre o al meglio, un eccesso di zelo preventivo.
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