Settantacinque anni dopo l’entrata in vigore della Carta, lo sport è entrato finalmente in Costituzione. «La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme», è il dettato del comma inserito nella nuova formulazione dell’articolo 33 della Carta e che da oggi è realtà grazie al voto unanime della Camera.
Si tratta di «un punto di svolta» anche per il ministro per lo Sport e i giovani, Andrea Abodi, che definisce la pratica sportiva «una difesa immunitaria sociale». Abodi però sottolinea che «la Costituzione da oggi riconosce il valore, ma non determina un diritto, e sarà proprio una nostra responsabilità, della classe dirigente, quella politica, ma anche quella sportiva, trasformare il riconoscimento del valore in un diritto da garantire a tutti».
«La riforma è la conferma di come Fratelli d’Italia, cui si deve la presentazione della modifica costituzionale grazie al senatore Iannone, abbia a cuore le attività sportive. Una storica battaglia del nostro partito», rivendica il capogruppo di FdI alla Camera, Tommaso Foti. Soddisfazione anche da parte del presidente del Coni, Giovanni Malagò: «Primo sostenitore dall’avvento della presidenza Coni, primo firmatario per avviare l’iter formale, oggi fiero dell’inserimento dello sport nella Costituzione grazie alla totale convergenza politica - twitta dopo l’approvazione -. Degno riconoscimento per il valore civile, sociale e culturale del movimento».«E’ un messaggio importante per uno sport che deve guardare con rinnovato ottimismo al futuro».
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