, che in realtà risultano essere più letali proprio per loro. In questo senso, le donne tendono ad essere meno aderenti alle cure prescritte quando invece è fondamentale, in prevenzione primaria e secondaria, seguire le terapie per rimanere in salute e vivere più a lungo.e, tra queste, le malattie cardiometaboliche sono le più frequenti . Sono quasi 18 milioni le persone che ogni anno muoiono nel mondo per malattie cardiovascolari, prima causa di morte nel nostro paese.
Le patologie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte a livello globale, colpendo il 40% degli uomini e il 49% delle donne in Europa. Se analizziamo le singole patologie si riscontrano questi dati: i decessi per patologia coronarica sono 19% negli uomini e 20% nelle donne; per ictus 9% negli uomini e 14% nelle donne; per altre patologie il 12% negli uomini e il 15% nelle donne.
La prevalenza di patologie cardiovascolari nella donna è inferiore rispetto all’uomo durante l’età fertile, va ad eguagliare l’uomo con la menopausa, a causa del declino degli ormoni sessuali femminili,. In ogni caso, però, in tutte le fasce d’età la mortalità per eventi coronarici è. Quindi le giovani donne presentano minori probabilità di ammalarsi, ma maggiore mortalità e complicanze in caso di insorgenza di patologia ischemica.
. Specialmente in una fase di incalcolabile pressione sulla sanità come quella pandemica che stiamo vivendo: con oltre 8 milioni di over65 affetti da almeno una malattia cronica, 5 milioni e mezzo che ne hanno almeno tre e, l’aderenza alle cure rappresenta un fattore chiave per garantire anche la tenuta del Servizio sanitario nazionale.sulla propria condizione è più aderente alla cura.
, un dato non certo confortante se si pensa che un paziente non aderente significa perdita di efficacia terapeutica ma anche spreco di risorse economiche per il Ssn.
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