Nessuna intesa sulla modifica al testo del decreto Aiuti per eliminare la norma che prevede la responsabilità in solido sulla cessione dei crediti del superbonus . E così, salvo sorprese da qui a domani mattina, il governo è intenzionato a porre la fiducia sul provvedimento alla ripresa dei lavori dell'Aula della Camera, ma sul testo licenziato dalle commissioni Bilancio e Finanze del Senato, senza i miglioramenti chiesti dai partiti, M5s in testa.
Nonostante la modifica alla norma sul superbonus avesse riscontrato il sostanziale accordo di tutte le forze di maggioranza e fosse pronta per essere messa nero su bianco in un testo, che sarebbe poi stato inserito in un maxiemendamento sul quale porre la fiducia, sia palazzo Chigi che il Mef non hanno dato il via libera. Il problema e' dove reperire i circa 3 miliardi necessari a rendere operativa e sostenibile la modifica.
Da una parte i 5 stelle, che chiedono da settimane di non mettere la fiducia su un decreto che contiene molte misure da loro contestate, dal termovalorizzatore a Roma alla stretta sul reddito di cittadinanza fino alle nuove norme sul superbonus.
Che la tensione sia arrivata ad oltrepassare i livelli di guardia lo testimonia il richiamo alla responsabilità fatto dalla capogruppo dem al Senato, Simona Malpezzi: «Abbiamo bisogno di unità e di responsabilità e non di una crisi di governo che nessuno comprenderebbe». Ma i leghisti non mollano la presa: «Siamo increduli per lo spettacolo offerto dal campo largo che si sta stringendo a vista d'occhio.
Modifica su cui, spiegano diversi esponenti di maggioranza di varie forze, tutti sono d'accordo. Ma che ora ha assunto una valenza politica, si è trasformata in un gioco di forza a chi ha più «peso». E i riflettori puntano tutti su palazzo Chigi, dove domani pomeriggio si svolgerà l'atteso faccia a faccia tra Mario Draghi e Giuseppe Conte. Vis a vis che, però, rischia di arrivare quando la miccia potrebbe essere già esplosa.
Figurati se questi peones buffoni mollano la poltrona, è il Parlamento dei miracolati e degli obbedienti ... i costruttori vorranno prima murarsi al potere da buoni muratori imitando il Venerabile Mattarella che ama i bis a Teatro
Le 'creste' venivano fatti su altri tipi di Bonus, non sul 110% che invece era controllatissimo visto quello che rischiava il tecnico nel dichiarare il falso. Non lo dico io, lo dicono i dati dei controlli che si trovano Online. Invece ora si rischia il disastro. DraghiVattene
Tranquilli non ci sarà nessuna crisi. Un po' di show e basta, la seconda fila di pagliacci è già pronta a sostituire la prima.
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