Asif Kapadia racconta il leggendario campione al cinema il 23-24-25 settembre«C’è Diego e c’è Maradona. Per il primo andrei in capo al mondo, il secondo è tutta un’altra persona». Lo dice Fernando Signorini, ex preparatore atletico del campione di calcio argentino, ed è la chiave del docufilm “Diego Maradona”, diretto dall’inglese Asif Kapadia al cinema il 23-14-25 settembre.
Maradona all’inizio del film dice che il calcio è uno sport basato sull’inganno: nessuno sportivo nel clima politicamente corretto di questi tempi quando Federer afferma di essere contento se Rafael Nadal ha vinto l’ultimo Us Open oserebbe farlo. “Diego Maradona” parte dagli inizi, in Argentina, vediamo un Maradona ragazzino che fa il calciatore per togliere la famiglia dalla miseria e si guadagna il soprannome di “Pibe de Oro”. Ci sono tante immagini girate dall’argentino Juan Laburu e dall’italiano Luigi “Gino” Martucci, su incarico del defunto Jorge Cyterszpiler, l’amico di una vita di Maradona che era stato il suo primo agente e aveva negoziato il suo ingaggio prima a Barcellona e poi a Napoli.
Gli inizi sono difficili. Il Napoli è una squadra di media classifica, lontana da Inter, Milan e, soprattutto, dalla grande Juventus allenata da Giovanni Trapattoni che batte subito il Napoli 2-0 con un bellissimo gol del campione francese Michel Platini su assist di Antonio Cabrini titolare della nazionale italiana che due anni prima ha vinto il Mondiale in Spagna.Ma la simbiosi fra Maradona e Napoli avviene quasi subito.
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