Si è trattato di un evento organizzato in collaborazione con il ministero del Turismo maltese che sostiene un programma di rilancio turistico del Mar Mediterraneo. Iniziativa lodevole, ma che almeno un po’ stride se si pensa che a poche miglia marine da queste coste c’è la Libia, dove si sta combattendo una guerra che non sembra conoscere fine.
Questo specchio d’acqua si è troppo spesso trasformato in un cimitero di disperati che cercavano una vita migliore e hanno trovato la morte. Il Mediterraneo è un mare che dovrebbe unire e che invece divide. Un’ideale muro che non può essere accettato da chi fa musica perché, come hanno ricordato anche dal palco, quest’arte è per sua natura stessa un linguaggio universale capace di parlare con tutti.
E così ieri sera in una piazza stracolma abbiamo visto maltesi e italiani - erano davvero tanti i nostri connazionali arrivati sull’isola per il concerto - cantare insieme con gli artisti sul palco. Abbiamo ascoltato canzoni che - con alcune eccezioni - pensavamo appartenere solo alla nostra tradizione, conosciute e amate anche su quest’isola.
Banale soffermarsi su Mahmood che dopo l’Eurovision Song Contest è davvero diventato un nome europeo e la suaun successo internazionale , notevole invece scoprire come D’Alessio si muovesse come nel cortile di casa. Il Sud è il suo mondo, il Mediterraneo il suo mare. Il suo primo live da queste parti risale a 12 anni fa, per trovare - tra gli artisti di ieri sera - qualcuno che avesse suonato qui prima di lui si deve guardare a Raf, che a Malta venne in concerto all’epoca di
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